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Carità

Rimpatri in Sudan

25 Agosto 2016

I rimpatri in Sudan costituiscono un’azione grave che nega i diritti umani.

Omar Al Bashir. Quello del Presidente del Sudan è un nome conosciuto poco dal grande pubblico ma molto dai giudici del Tribunale Penale Internazionale che l’hanno condannato nel 2009 per crimini di guerra e contro l’umanità e per genocidio commessi nell’ambito del conflitto nella regione sudanese occidentale del Darfur. Le terribili violenze hanno causato dal 2003 400.000 morti, 2 milioni di sfollati e 300.000 rifugiati.

E’ quindi sconcertante ed incomprensibile come l’Italia abbia potuto accordarsi con il Governo sudanese per attuare il rimpatrio forzato di cittadini sudanesi.

Ed è grave che tali accordi siano stati messi in pratica ieri con un volo che ha riportato in Sudan 48 persone arrivate in Italia, ed in particolare a Ventimiglia, con l’intenzione di recarsi in altri paesi europei per richiedere asilo.

Ci domandiamo inoltre se alle persone sudanesi è stata spiegata, alla presenza di un mediatore, la possibilità di chiedere asilo in Italia.

Chiediamo che tali pratiche non si ripetano più dato che mettono a rischio la vita delle persone ed il rispetto dei diritti umani, come sostenuto anche dal Sen. Luigi Manconi, Presidente della Commissione straordinaria per i diritti umani del Senato.

Come si legge sul sito di «Nigrizia», la rivista dei missionari comboniani, «I migranti sudanesi fuggono da un regime che non garantisce la libertà di stampa, di associazione, di opinione, di religione, dove è diffuso l’arresto degli oppositori, dove le dimostrazioni pacifiche vengono represse, i dimostranti arrestati, spesso torturati e aggrediti sessualmente se sono donne».

Dal «Sudan Tribune» sappiamo che in Sudan sono attivi conflitti armati in tre zone del paese, il Sud Kordofan, il Blue Nile e il Darfur, in cui l’esercito governativo compie regolarmente azioni che colpiscono la popolazione civile.

Dunque i migranti sudanesi sono tra quelli che hanno diritto a richiedere asilo e a vederselo riconosciuto. Le autorità francesi sostengono che tale richiesta deve essere fatta in Italia. Il nostro governo, evidentemente, ritiene che il governo sudanese sia un supporto adatto a valutarle.

Caritas Ventimiglia – San Remo

Sanremo, 24 agosto 2016

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