Diocesi Ventimiglia – Sanremo

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Sante Messe di Natale con il Vescovo

Giovani

Riparte la Pastorale Giovanile!

4 Novembre 2018

Una settimana fa a Roma si è conclusa da XV Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi per la gioventù, e i padri sinodali, ai giovani del mondo intero, hanno rivolto un lettera nella quale dicono che si sono riuniti per ascoltare la voce di Gesù, “il Cristo eternamente giovane” e riconoscere in Lui le molte voci della gioventù: voce che esprimono grida di esultanza, i lamenti e i silenzi.

E’ vero, noi come Pastorale della Gioventù della Diocesi di Ventimiglia – San Remo, più che mai, abbiamo riconosciuto il bisogno di offrire ai giovani il posto a loro destinato all’interno della nostra Chiesa Diocesana, ossia, il protagonismo che a loro è naturale e spontaneo. Un protagonismo che nasce dalla consapevolezza che ci vuole giovani che parlino ai giovani, con un linguaggio capace di esprimere la ricerca interiore di ogni ragazzo e ragazza, con un linguaggio che sia capace di esprimere la loro gioia, speranza, dolori e angosce, che oggi, purtroppo li inquietano.

E’ un fatto che le nostre strutture, diocesane e parrocchiali, sono da tanto tempo irrigidite. Sembra che non siamo ancora stanchi di suonare e cantare l’eterno ritornello: ‘abbiamo sempre fatto così…’ Peccato, perché questo modo di pensare e agire, frutto di una mentalità, o come dice papa Francesco, frutto di una pastorale di manutenzione, allontana i ragazzi, li chiudono le porte in faccia e ancora di più li spingono fuori delle nostre strutture ecclesiastiche. Dunque, come coinvolgerli? Come suscitare in loro ciò che li è naturale e nella loro essenza, o sia il protagonismo, la spontaneità che li è caratteristica e il desiderio di fare e innovare?

Secondo me, il primo passo è riscoprire dentro delle nostre chiese i giovani che abbiamo e valorizzarli. E’ quasi una follia pensare di andare oltre le mura della parrocchia a chiamare quelli giovani che stanno al di là se non siamo in grado di coinvolgere quelli che ancora adesso perseverano e cercano di inserirsi, ossia, ‘il piccolo resto di Israele’. Quindi, se non siamo in grado di parlare ai nostri, a quelli di casa, è già condannato al fallimento la proposta di andare a cercarli fuori. E’ certo che dobbiamo sempre considerare la possibilità della uscita e della ricerca fuori, ma il primo passo è parlare ai nostri, soprattutto ai ragazzi inseriti nei gruppi della cresima e dopo cresima, dopo di che, avremo in loro un piccolo gruppo capace di andare oltre.

Poi, parlando sempre della mia piccola esperienza, non dobbiamo ripetere nelle nostre strutture o nei nostri incontri, la logica del mondo, penso che sarebbe una competizione molto sbilanciata e anche questa condannata al fallimento perché ci rendiamo conto che il mondo è maestro in saper promuovere divertimenti e balletti; se da una parte non dobbiamo copiare le proposte di mondanità, da un’altra, non possiamo nemmeno dimenticare che i giovani ballano, giocano, si divertono, però no dovrebbero mai dimenticarsi che portano in sé il bellissimo sigillo del battesimo e dunque, ovunque vadano o siano, saranno sempre cristiani e devono comportarsi come tali.

Infine, ci vuole un ritorno a ciò che ci identifica come cristiani cattolici, o sia, la gioia, la bellezza, l’entusiasmo, l’annuncio accompagnato della testimonianza di vita, soprattutto di noi sacerdoti, e poi, far sempre presente la persona di Gesù e di Gesù morto e risorto, perché è nella certezza della Sua presenza in mezzo a noi che potremo promuovere un incontro personale con questo Gesù, che ha un volto e che noi spesso annunciamo. E dove capita questo incontro? Come possiamo renderlo possibile? In ciò che la Chiesa ci ha sempre insegnato e lasciato nella sua millenaria tradizione: nella vita di preghiera, nella coerenza di vita, nel incontro con i fratelli ma soprattutto nella presenza Sacramentale del Signore. Soltanto così potremo sentire, come ci hanno augurato i padri sinodali, “il vento dello Spirito che soffia più forte, spazzando via le nebbie dell’indifferenza, della superficialità, dello scoraggiamento”. Sfidiamo i nostri giovani a vivere la gioia del vangelo e loro sicuramente ci stupiranno.

Don Michele Rosa da Silva
Incaricato del Servizio Diocesano di Pastorale Giovanile
Diocesi di Ventimiglia – San Remo

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