Era il 17 gennaio 1968 quando per decreto di mons. Angelo Raimondo Verardo, vescovo di Ventimiglia, nasceva a Vallecrosia la parrocchia di San Rocco. In quegli anni, infatti, la popolazione nella zona occidentale della cittadina era in aumento e le coltivazioni stavano progressivamente lasciando il posto a nuovi edifici. In quell’area, territorio della parrocchia di Maria Ausiliatrice, sorgeva già la piccola chiesa di San Rocco, costruita nel X secolo sui resti di un tempio romano dedicato ad Apollo.
Proprio intorno a quella chiesetta, fino a quel momento affidata alla cura pastorale dei padri somaschi, è nata e cresciuta la prima comunità parrocchiale, affidata da mons. Verardo ad un sacerdote quarantenne, don Francesco Palmero che per oltre vent’anni l’ha guidata come parroco e poi l’ha accompagnata e sostenuta per tutta la sua vita. Grazie alla sua passione, al suo impegno e alla capacità di coinvolgere, essa è rapidamente cresciuta tanto che pochi anni dopo è stato necessario pensare ad un nuovo edificio, più grande e moderno: la nuova chiesa in cemento armato che tuttora svolge la funzione di chiesa parrocchiale, progettata con il contributo attivo della popolazione attraverso assemblee pubbliche e inaugurata nel 1982.
Oggi, cinquant’anni dopo, il vescovo diocesano, mons. Antonio Suetta, celebrerà alle ore 10 la santa Messa che aprirà solennemente il giubileo parrocchiale. «Sarà un anno di “memoria grata” – dice il parroco, don Antonio Robu – un modo speciale innanzitutto per ringraziare il Signore dei tanti doni che ha concesso in questi cinquant’anni, un’occasione per guardare indietro, agli eventi e alle persone che ci hanno preceduto e che hanno costruito la parrocchia in cui viviamo oggi, ma soprattutto per gustare la gioia e la bellezza di riscoprirsi comunità, famiglia di famiglie, che si ritrova insieme per camminare sulla strada del Vangelo. Un pensiero speciale di gratitudine va a mons. Palmero, che è stato il papà della parrocchia e agli altri sacerdoti che mi hanno preceduto, in modo particolare don Umberto Collecchia, la cui presenza in parrocchia è un dono prezioso per me e per l’intera comunità».
In occasione di quest’anno giubilare, la Penitenzieria Apostolica ha concesso il dono dell’indulgenza plenaria per coloro che visiteranno la chiesa parrocchiale e sosteranno in preghiera secondo le solite condizioni: confessione sacramentale, comunione eucaristica e preghiera secondo le intenzioni del Sommo Pontefice.