“Dall’ombra alla Luce”. Con questo suggestivo titolo nella Concattedrale di San Siro si è svolta la presentazione alla città del seicentesco quadro di Santa Lucia reduce da un laborioso e felice restauro.
Il dipinto, da tempo immemorabile esposto alla pietà dei fedeli, risultava infatti ricoperto da una patina di polvere e di nerofumo delle candele che aveva opacizzato l’immagine della santa.
Le fasi del restauro sono state presentate dalla restauratrice Raffaella Devalle, già esecutrice di importanti interventi nella basilica, che sta ora operando sulla venerata statua della Madonna del Rosario, opera del Maragliano.
La restauratrice ha commosso l’uditorio quando ha detto che in queste circostanze ha scoperto l’amorevole attaccamento del preposto mons. Alvise Lanteri per la basilica e per le sue opere d’arte, inestimabile retaggio di fede e di cultura per la città.
“I sentimenti che mi ha trasmesso – ha detto Raffaella Devalle – mi hanno spinto di applicarmi a questo restauro, non solo con la più accurata perizia professionale ma anche con amore”.
L’evento è stato dinamicamente articolato in una serie di momenti che hanno toccato l’aspetto agiografico, storico, artistico, culturale relativo alla santa siracusana.
Avvalendosi di una presentazione multimediale il dr. Giancarlo Rilla ha illustrato la vita della santa e la sua devozione, presentando un ricco corredo iconografico; la prof. Lucinda Buia ha quindi commentato il ruolo di messaggera di fede che Santa Lucia svolge nella Divina Commedia e l’analogo ruolo che A. Manzoni assegna a Lucia nei Promessi Sposi.
Il Coro della Società Filarmonica di Verezzo ha poi riproposto un momento di devozione popolare eseguendo due inni processionali a Santa Lucia gentilmente forniti dalla Cantoria della Basilica Cattedrale di Siracusa.
Infine il vescovo mons. Antonio Suetta ha ricordato i numerosi sforzi della chiesa locale per la conservazione delle opere d’arte mettendo in guardia dall’errore di attribuire alle chiese un ruolo museale: “Esse sono e restano – ha detto– luoghi di fede e di preghiera di cui le opere d’arte danno testimonianza”.