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Vita consacrata

Santa Marta, nel segno di Betania

13 Novembre 2019

Si è tenuto domenica pomeriggio a Ventimiglia, nella scuola dell’Istituto Santa Marta, l’incontro degli amici di Betania. Questa associazione propone ai propri aderenti di approfondire l’esperienza di fede, condividendo con le suore di Santa Marta lo spirito del loro fondatore, il vescovo e beato TommaS so Reggio, che nella seconda metà del diciannovesimo secolo guidò la nostra chiesa di confine, prima di essere trasferito a Genova.

L’incontro tenuto da don Ferruccio Bortolotto verteva sul tema della fede.

La riflessione prendeva avvio da un’icona biblica, quella della donna cananea, che l’evangelista Marco descrive ai piedi di Gesù, perché liberasse la sua giovane figlia dalla possessione del demonio. «La scena si apre in una casa – così ha sottolineato il relatore – una casa posta nel territorio pagano. Nell’intenzione del Cristo vi era quella di riposarsi un pochino durante il suo viaggio di annuncio del vangelo. Intenzione subito venuta meno per l’insistenza di questa madre chiede aiuto, rompendo il nascondimento del Signore. Il vangelo è infatti profondamente legato al cammino, soprattutto se è inteso nel senso del pellegrinaggio. Gesù non è un errante senza meta, perché il suo obiettivo è quello di conquistare alla fede coloro che incontra. Il suo viaggio è frutto dell’obbedienza alla volontà del Padre, ed è sospinto dalla forza dello Spirito. La tenerezza del rapporto tra il Padre e il Figlio è dischiusa quindi a coloro che seguono Gesù. La donna chiama Gesù con il titolo «Signore», termine adoperato da Marco nel suo vangelo una volta sola, soltanto in questa occasione: si tratta di una professione di fede. La salvezza infatti non può essere riservata solo ad alcuni, ma è una chiamata universale. Il dono di Gesù e della sua parola trasformante è infatti per tutti. La preghiera della donna per la figlia è stata esaudita da Gesù a distanza, quasi come una prova della sua divinità e della sua onnipotenza, che si china sul dolore degli uomini».

La meditazione si è poi incentrata su uno scritto molto denso del beato Tommaso Reggio, che affermava nella sua lettera pastorale per la Quaresima del 1880: «La fede ci è lume; per essa sappiamo di Dio Padre, origine fontale della Divinità, il quale esistente ab eterno, ab eterno conosce perfettamente se stesso. La qual cognizione, o Verbo della mente Divina, perfettissima essendo, non qualità accidentale, che in Dio non può essere, è sostanziale esistenza e persona pur essa divina, perfettamente al Padre da cui procede. Donde avviene che operanti ugualmente, e perfettissimamente a vicenda conoscendosi, queste due persone infinitamente si amano. E a questo Divino Amore pur dovendosi tutte le possibili perfezioni di sostanziale esistenza e di persona, è egli quella terza persona divina, che dalle due prime procede; cui, non trovando nelle cose create proprio nome atto a significarne la processione e l’origine, domandiamo noi quasi per antonomasia lo Spirito Santo».

Alle 16 si è tenuta la celebrazione dell’eucaristia per poi invitare i partecipanti all’incontro successivo che si terrà sabato 21 dicembre quanto il tema sarà legato all’imminente celebrazione del Natale.

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