La scuola di formazione politica nasce con l’esigenza di una formazione attenta e sensibile ai problemi del mondo contemporaneo, in una lettura cristianamente ispirata, che non possa e non debba essere facilmente ideologizzabile. Con questa scuola si intende risvegliare l’impegno del laicato cattolico sulla politica, in una società in cui la politica è sempre più disprezzata e considerata come un fattore negativo dello stesso sviluppo sociale. Si è voluto separare la scuola di formazione politica dal ciclo tradizionale di conferenze denominato “PerCorso”, proprio per sottolineare una dimensione più specifica e dedicata della riflessione sulla buona politica in un contesto di equilibrio.
Secondo Paolo VI, nell’enciclica Octogesima Adveniens, la politica è considerata la prima forma di carità del credente cattolico che vive nel mondo, e questa affermazione ci ha guidato in una scelta nuova. Il corso sviluppato quest’anno si articola in quattro diversi incontri, che sono stati sviluppati a partire dai quattro capisaldi della dottrina sociale della chiesa. Questi quattro punti focali possono essere organizzati immaginando un rombo, figura geometrica che li compendia e che fornisce l’idea del percorso. Essi sono la persona umana, che rappresenta il vertice superiore di questo rombo, dato che la prima riflessione ecclesiale dal punto di vista sociale è data dall’attenzione alla persona ed al suo sviluppo, nell’integralità della sua dimensione materiale e spirituale.
Questo significa che la visione del magistero della chiesa interpreta la persona interamente, senza lasciare nulla al caso e senza dimenticare che le donne e gli uomini aspirano ad una visione trascendente della realtà, che include i beni spirituali. Il vertice inferiore del rombo è dato dal bene comune, che deve essere inteso a tutti i livelli. Il bene comune non è solo una torta da dividere, come noi facilmente fraintendiamo nel caso della giustizia distributiva, ma ad esempio, per Tommaso d’Aquino, Dio stesso è il primo Bene comune spirituale necessario alla vita della persona umana, e da esso, per partecipazione dell’essere, si determinano tutti i beni di riferimento che si sviluppano dall’orizzonte spirituale a quello materiale. Quindi il bene comune è una nozione complessa e delicata, e non è dato dalla somma dei beni materiali.
Affinché la persona umana (vertice superiore) possa giungere al bene comune (vertice inferiore), occorre scoprire quali siano gli altri due vertici laterali del rombo: a destra troviamo il principio di sussidiarietà, che permette l’autonomia del bene nella sua dimensione di sviluppo; a sinistra troviamo il principio di solidarietà, che permette l’accessibilità delle persone ai beni. La dottrina sociale della chiesa nasce con l’esigenza di costruire un pensiero sociale e politico di grande equilibrio, in cui non si usi solo uno dei due principi, per evitare lo sbilanciamento politico. I relatori che sono stati chiamati hanno il compito di aiutarci a sviluppare questa formazione organizzata attorno ad elementi di grande solidità con una adeguata interpretazione.
Il primo incontro che è avvenuto giovedì scorso è coinciso anche con la prolusione di inizio anno accademico dell’istituto teologico Pio XI° all’interno del seminario di Sanremo. Monsignor Luigi Negri, Arcivescovo emerito di Ferrara – Comacchio, ha tenuto una lezione magistrale sulla persona umana e sui valori che la caratterizzano, gettando le prospettive di sviluppo di quella visione umana e cristiana necessaria all’universo politico del nostro paese. L’antropologia politica di riferimento nasce proprio all’interno del compendio della dottrina sociale della chiesa, e si caratterizza per lo sviluppo di un concetto di persona come creatura a immagine e somiglianza di Dio, che, nell’orizzonte della salvezza eterna, sviluppa una politica di autonomia delle realtà terrene.
Questo punto di partenza siamo sicuri che ci aiuterà a costruire in maniera rigorosa la nostra formazione politica.
Don Marco Tommaso Reali