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Sostegno e preghiera per il mondo del Lavoro

29 Ottobre 2020

Sanremo, 29 ottobre 2020

La fase autunnale della pandemia da Covid-19, che sta continuando a colpire, oramai da un anno, una porzione sempre più ampia del nostro pianeta, si sta prepotentemente mettendo in luce non solamente per gli aspetti legati alle gravi ricadute negative sulla salute della popolazione, il cui significato e valore rimane di primaria importanza, ma anche per i risvolti nefasti sull’economia globale e particolare, sul mondo del lavoro e sulle relazioni sociali, che diventano, a causa di ciò, sempre più fragili ed instabili.

Con queste premesse ci ritroviamo, alla fine di ottobre, in una situazione in cui i governi delle Nazioni coinvolte dal virus hanno dovuto, ancora una volta, mettersi nella condizione di dover applicare tutte le possibili azioni restrittive, volte a scongiurare una ancor più drammatica diffusione dell’epidemia.

Da marzo la popolazione dell’Italia intera si è ritrovata in una situazione di vita mai precedentemente sperimentata: quella dell’isolamento forzato. Chiusi in casa abbiamo, tutti, sperimentato il senso di sgomento e disagio di fronte alla solitudine, verso l’incertezza del domani, verso il rischio del contagio, verso la paura di perdere il lavoro, verso la consapevolezza che, forse, la nostra vita non sarebbe mai più stata quella di prima.

Insieme, però, abbiamo cercato di reagire, abbiamo cercato di dare un senso a quanto stavamo vivendo, guardando ai mesi futuri con speranza e con consapevolezza che tutto quanto stavamo subendo non poteva durare per sempre.
Insieme ci siamo stretti nella preghiera con il Santo Padre durante il Triduo Pasquale ed in

vari altri momenti di fede che hanno contraddistinto il periodo di “lockdown”.
Insieme ci siamo ritrovati la domenica davanti al televisore per ascoltare la santa Messa. Insieme abbiamo pregato, in silenzio, nelle nostre stanze come, forse, mai avevamo fatto prima. Insieme abbiamo riso ed abbiamo pianto, abbiamo giocato ed abbiamo vissuto momenti di tensione.

Ad ottobre inoltrato, terminata l’estate e con l’aumento dei contagi ci è sembrato di balzare indietro nel tempo e ci siamo ritrovati, oggi, a vivere nuovamente e più acutamente quanto, speravamo, non dovesse tornare più.

Il rimedio a questa situazione, nell’attesa che gli uomini di scienza scoprano un farmaco che possa curare il coronavirus ed un vaccino che possa renderci a questo immuni, è stato quello di tornare ad applicare delle restrizioni alla vita di ognuno di noi e l’ultimo decreto del Presidente del consiglio dei Ministri impone ancora questa via.

Dopo una lunga primavera di assoluto blocco di tutte quelle attività che comportavano qualsiasi tipo di aggregazione sociale, come le chiese, le scuole di ogni ordine e grado fino alle università, dai ristoranti ai bar, i cinema ed i teatri, dagli stadi alle palestre, parrucchieri, estetisti ed altro ancora, ora ci ritroviamo a vivere la medesima ansia ed ancora una volta l’incubo dell’incertezza del domani e del crollo di tutte le fatiche spese in una vita di lavoro si presenta davanti.

Per questi motivi, oggi, come Chiesa Cattolica particolare di Ventimiglia-Sanremo, vogliamo esprimere il nostro senso di solidarietà e vicinanza a tutte quelle categorie di imprenditori e lavoratori che sono stati nuovamente colpiti dalle restrizioni imposte dalla pandemia. Pensiamo a tutti ma, in modo particolare al comparto della ristorazione, dei bar e delle palestre, dello spettacolo e della cultura ed a tutto l’indotto, un esempio di ciò è costituito dai taxisti, che ruota attorno a queste attività le quali, in questo momento, soffrono, come e più di altri, il senso di sgomento e paura del futuro causato dalle ultime imposizioni governative.

Preghiamo per loro ed insieme a loro, perché la speranza non li abbandoni, perché, lavorando insieme, si possano trovare nuove forme di sostentamento a queste attività, perché non si creino fratture e tensioni sociali ma, soprattutto, perché questa pandemia possa terminare subito e si possa ritornare ad una vita normale, accresciuti però da un maggiore senso di solidarietà reciproca.

Ci rivolgiamo dunque, con affetto e rispetto, a tutti i lavoratori ed imprenditori di questi comparti perché non si sentano soli ed abbandonati ma sentano al loro fianco, invece, la presenza solida e solidale di questa Chiesa particolare, del suo Pastore e di tutti i fratelli i quali, ognuno secondo le proprie capacità, possibilità e volontà, potrà in qualche modo testimoniare loro la sua vicinanza.

La preghiera di tutti possa aiutarli ed aiutarci a scavalcare con un balzo questa brutta situazione e slanciarci verso un futuro dove la “dignità” del lavoro e dei lavoratori non sia solo una bella parola ma una concreta certezza.

Diacono Moreno DESTRO

Responsabile del Servizio per la Vita Sociale ed il Lavoro


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