«Non mi ribellerò mai alla Chiesa perché ho bisogno più volte alla settimana del perdono dei miei peccati, e non saprei da chi altri andare a cercarlo quando avessi lasciato la Chiesa», così scrisse don Lorenzo Milani, priore di Barbiana, il 10 ottobre 1958.
Papa Francesco ricorda la figura del priore di Barbiana, componendo l’introduzione all’opera omnia dei suoi scritti: «Vorrei proporre questo atto di abbandono alla Misericordia di Dio e alla maternità della Chiesa come prospettiva da cui guardare la vita, le opere ed il sacerdozio di don Lorenzo Milani».
Nel centenerio della nascita di questo sacerdote e profeta, così significativo per il nostro tempo, la diocesi di ventimiglia – San Remo vuole proporre un ritiro spirituale indirizzato in primo luogo a tutte le donne e gli uomini di buona volontà ed in particolar modo a coloro che sono impegnati nel sociale.
Il prossimo 12 giugno alle ore 18 sono attesi nei locali della curia diocesana amministratori pubblici, funzionari dello Stato, forze dell’ordine e militari, insegnanti, imprenditori, sindacalisti, esponenti del mondo del volontariato e della cooperazione. L’invito è rivolto a quei cristiani che desidrano esercitare la forma più alta della carità, formandosi all’amore per la politica. Questo amore – ci ricorda il compendio della dottrina sociale della Chiesa – può essere chiamato «carità sociale» o «carità politica» e deve essere esteso all’intero genere umano. L’«amore sociale» si trova agli antipodi dell’egoismo e dell’individualismo: senza assolutizzare la vita sociale, come avviene nelle visioni appiattite sulle letture esclusivamente sociologiche, non si può dimenticare che lo sviluppo integrale della persona e la crescita sociale si condizionano vicendevolmente. L’egoismo, pertanto, è il più deleterio nemico di una società ordinata: la storia mostra quale devastazione dei cuori si produca quando l’uomo non è capace di riconoscere altro valore e altra realtà effettiva oltre i beni materiali, la cui ricerca ossessiva soffoca e preclude la sua capacità di donarsi.
«Ho insegnato che il problema degli altri è uguale al mio. Sortirne tutti insieme è la politica. Sortirne da soli è l’avarizia»: a partire da questo concetto di don Milani, tratto dal suo libro «Lettera ad una professoressa», il vescovo guiderà una meditazione sul senso vero dell’impegno politico e sociale, che nasce da una conversione personale, interiore e permanente, che produce frutti di vita nuova, cambiamenti economici e sociali ed in fine scelte radicali a servizio dell’uomo e della sua dignità.
Da questo momento di riflessione e preghiera dovrebbero nascere poi delle proposte per continuare il cammino di formazione all’impegno politico e solciale. Per il prossimo anno infatti si penserebbe ad una formula nuova di «PerCorso», l’itinerario voluto dal vescovo per sensibilizzare ai temi dell’attualità attraverso il dibattito e il confronto anche con chi non crede. Vi è in progetto di diminuire il numero degli appuntamenti per creare eventi più qualificati, capaci di coinvolgere un maggior numero di persone.