Abbiamo affrontato mesi tristi e complicati, che hanno rivoluzionato il nostro modo di vivere e le nostre abitudini.
È stato difficile per noi educatori, ma soprattutto per i ragazzi, rinunciare a quell’appuntamento settimanale con il gruppo ACR che fa stare bene, unisce e fa crescere insieme a Gesù.
Gli educatori però non si sono fermati: hanno provato con tutte le loro (tantissime) energie a mettersi in gioco per stare vicini ai loro ragazzi.
Durante il periodo di quarantena, l’Equipe diocesana ACR si è impegnata nella programmazione di attività da svolgere a distanza che, una volta adattate dagli educatori secondo le esigenze dei loro gruppi, sono arrivate ai ragazzi. L’obiettivo di questa “Acr a distanza” non è stato tanto quello di “far fare delle cose” ai ragazzi, ma piuttosto quello di mantenere il contatto con loro, far sentire la presenza della loro Associazione e ricordare l’importanza di un rapporto quotidiano con Gesù, soprattutto nei momenti più bui.
Con l’avvicinarsi dell’estate, l’Equipe Acr si è a lungo interrogata su quale fosse la proposta adatta a questo tempo: tale riflessione si è allargata anche ai preziosi Responsabili Parrocchiali. L’idea che è nata da questa condivisione è stata del tutto innovativa: pensare ad un Campo a distanza.
Si tratta di una traccia che ha per destinatari gli educatori delle parrocchie, che avranno il delicato compito di adattare e cucire su misura per i loro gruppi. L’elaborato comprende cinque attività a sé stanti ma collegate da un filo rosso: in questo modo ogni parrocchia potrà attingere a questo strumento secondo le proprie necessità. L’Acr diocesana ha voluto proprio lavorare sull’elasticità e sulla versatilità di questo cammino: ogni realtà potrà scegliere le modalità, in termini di tempi e diverse fasce d’età, di somministrazione delle attività proposte.
Il gruppo di lavoro, formato dall’Equipe diocesana Acr e dai Responsabili delle parrocchie non rappresentate in Equipe, ha lavorato intensamente e a lungo sul tema del viaggio interiore, del percorso spirituale, collegando a diverse parti del corpo umano emozioni o atteggiamenti.
Le cinque giornate avranno quindi come tematica i piedi, le braccia, il fegato, il cervello e il cuore collegati rispettivamente a cammino, forza, coraggio, riflessione ed amore.
Tutto questo lavoro viene riassunto con la scelta del titolo “Ciò che ci rende vivi”.
La ricchezza di questo lavoro sta anche nella sua completezza: ad ogni attività, pensata prevalentemente per essere svolta a distanza, si affianca uno spunto, un suggerimento, per svolgere la stessa in presenza. Naturalmente ogni realtà parrocchiale dovrà valutare l’opportunità, la possibilità e la disponibilità da parte di tutti nel ritornare in una dimensione di fisicità.
Il grande lavoro ora spetta agli educatori, i quali hanno ricevuto un link da cui è possibile scaricare non solo la traccia, ma anche tutti i contenuti multimediali necessari ad arricchire l’esperienza proposta.
Buona estate a tutti! Carlotta Londri