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Un restauro che dà speranza : inaugurazione della facciata della chiesa parrocchiale di Badalucco

6 Dicembre 2024

Il Vescovo della Diocesi di Ventimiglia – San Remo , Mons. Antonio Suetta, unitamente a don Joseph Madani, parroco e don Andrea Centurioni, viceparroco della Parrocchia Santa Maria Assunta e San Giorgio in Badalucco annunciano con gioia il termine del restauro della facciata della chiesa parrocchiale e invitano  la cittadinanza e la comunità diocesana tutta a partecipare alla Santa Messa di ringraziamento in onore della Vergine Maria che sarà celebrata sabato 7 dicembre 2024 alle ore 16 nella chiesa stessa.

La liturgia, presieduta da S.E. Mons. Suetta, sarà preceduta dalla benedizione del prospetto principale, alle ore 15.45.

Alla soddisfazione del Vescovo e dei sacerdoti che hanno la cura delle anime del piccolo borgo ligure si unisce quello della popolazione che ha partecipato alla realizzazione dell’opera con offerte e attraverso l’acquisto di alcuni terreni. L’importo dei lavori è stato coperto principalmente dal contributo di Euro 70.000 derivante dall’8XMille, devoluto dai cittadini alla Chiesa Cattolica attraverso la firma dell’apposito modulo in fase di dichiarazione dei redditi, e dal contributo a consuntivo (in attesa di erogazione) da parte del Ministero della Cultura, rappresentato dal 40% dell’importo lavori riconosciuto ammissibile, oltreché da una generosa donazione di Euro 50.000 affidata alla Diocesi e da questa messa a disposizione della parrocchia.

Sin dal manifestarsi delle prime problematiche di distacco e caduta di intonaci il Vescovo ha espresso la ferma volontà di provvedere in somma urgenza alla risoluzione della problematica, dovuta in parte – lo si capirà meglio durante l’esecuzione dei lavori – ad un vecchio ed antiestetico intervento di rifacimento. Questo era consistito in una rasatura cementizia attorno ad alcuni elementi decorativi del secondo e terzo ordine che, a lungo andare, aveva fatto esplodere la struttura originaria in malta di calce, determinando la caduta dei frammenti sulla piazza sottostante e l’effetto “sbriciolamento” che era stato documentato durante il primo intervento di messa in sicurezza e indagine conoscitiva,  effettuta con il cestello. Per questa ragione quegli elementi sono stati oggetto di ricostruzione e sono stati riproposti, essendo andati in parte letteralmente polverizzati.

Attraverso l’ufficio beni culturali, l’ufficio amministrativo e l’Economato diocesani è stato possibile seguire il lungo e complesso iter della pratica, ancora in svolgimento per quanto attiene gli adempimenti della rendicontazione presso gli enti eroganti  i contributi di maggiore entità (Ministero della Cultura-Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le Province di Imperia e Savona e Ufficio Nazionale per i Beni Culturali e l’Edilizia di Culto della Conferenza Episcopale Italiana): un percorso cominciato purtroppo in urgenza, come abbiamo ricordato poc’anzi, e proseguito abbastanza rapidamente con la progettazione a cura dell’ufficio tecnico diocesano e l’istruzione delle pratiche di contributo, la scelta dei tecnici e della ditta affidatari dell’intervento, la ricerca di contributi presso fondazioni bancarie, istituti di credito, privati e imprese, in piena condivisione con i parroci che si sono avvicendati alla guida della comunità e attraverso il confronto continuo con i professionisti coinvolti e l’impresa e con la  Soprintendenza.

Uno sforzo notevole di coordinamento, condotto dall’ufficio beni culturali, per il cui felice esito si vogliono ringraziare, in particolar modo, il responsabile per la sicurezza di cantiere geometra Livio Tironi, per la precisa e costante attenzione rivolta a tutelare l’incolumità delle persone coinvolte nel restauro; il direttore lavori architetto Carla Delmastro, solerte e disponibile collaboratrice della Diocesi, impegnata nella progettazione e direzione lavori di numerosi cantieri di restauro, che ha saputo coniugare con sensibilità la capacità tecnica  e il rispetto verso la storia dell’edificio a lei affidato, elemento distintivo del paese; l’impresa Matuzia Restauro, nella persona del titolare architetto Mauro Conio, unitamente alla sua squadra, per la disponibilità dimostrata sempre nei confronti della parrocchia e per la passione nel voler offrire un’alta prestazione per il territorio cui è legato da vincoli famigliari; Francesca Ghirardi, titolare dell’impresa omonima, e le restauratrici da lei coordinate Magda Barrera, Sabrina Girelli, Lorenza Monaco e Letizia Baravalle, delicate e precise interpreti del passato, che hanno saputo cogliere e interpretare i frammentari, minimi lacerti di intonaco e coloritura originari, riroponendoli senza stravolgere le intenzioni di chi li aveva realizzati; i funzionari di Soprintendenza che hanno supervisionato l’iter della procedura amministrativa (anche ai fini della concessione del contributo ministeriale) e le fasi di intervento nelle persone dell’architetto Carlotta Bottaro, architetto Andrea Canziani e dottoressa Francesca De Cupis (per la vetrata), con i quali abbiamo condiviso decine di interventi, maturando positive esperienze di confronto nell’esercizio della tutela e valorizzazione del nostro patrimonio, pervenendo sempre a soddisfacenti risultati; il progettista Arch. Michele Palazzotto; l’Ufficio Nazionale per i Beni Culturali e l’Edilizia di Culto, nella persona del Direttore Don Luca Franceschini e di tutti i suoi collaboratori, per la concessione del contributo e l’attenta disamina della pratica giunta ad esito positivo presso la Conferenza Episcoplae Italiana; l’Incaricato Regionale per i Beni Culturali Ecclesiastici ed Edilizia di Culto della Regione Ecclesiastica della Liguria, dottoressa Grazia Di Natale, per la sempre sollecita e fattiva collaborazione con l’ufficio beni culturali diocesano; Mons. Antonio Arnaldi, vicario generale e Mons. Angelo Di Lorenzo, economo diocesano per il costante e paterno dialogo con i parroci e la popolazione; i parroci Don Angelo Moioli al quale sono succeduti Don Joseph Madani e Don Andrea Centurioni per il fruttuoso e fiducioso affidamento agli uffici diocesani ed il supporto offerto alle ditte; Don Antonio Garibaldi e Don Filippo Pirondini, parroci di Taggia per la logistica offerta alle restauratrici; la comunità tutta che ha sostenuto in parte l’intervento; le bambine ed i bambini del catechismo che, accompagnati dalle loro catechiste e dai famigliari, alcuni mesi fa, hanno partecipato con attenzione ed entusiasmo all’incontro di conoscenza del cantiere e su come devolvere ll’8XMille alla chiesa cattolica; la famiglia Vento per il generoso prestito della ponteggiatura di sicurezza, montata quattro anni fa in attesa di avviare i lavori, allo scopo di scongiurare danni a cose o persone; il Cav. Silvio Astini per l’intenso lavoro di promozione dell’8XMille svolto in ambito diocesano in qualità di incaricato del servizio Sovvenire.

La cerimonia religiosa, che avrà luogo sabato 7 dicembre a partire dalle 15.45, vuole essere un momento di condivisione ma soprattutto di lode e ringraziamento per il buon esito dell’intervento e lo scongiurato pericolo derivante dal perdurare del pessimo stato conservativo del prospetto che rappresentava per l’incolumità della popolazione e i fruitori della chiesa e della piazza antistante motivo di seria preoccupazione.

Seguirà a fine gennaio un momento di approfondimento, condiviso con la Soprintendenza , i tecnici e le ditte intervenute per far scoprire alla comunità e agli appassionati le motivazioni delle scelte di restauro e svelare alcuni passaggi fondamentali che hanno consentito un così straordinario recupero che ha sorpreso molti, avendo svelato un volto inedito e dimenticato della chiesa.

Abbiamo chiesto al direttore lavori, architetto Carla Delmastro, quale sia stato il momento più complesso dell’intervento: “Certamente l’indagine conoscitiva del primo ordine del prospetto ha rappresentato un passaggio fondamentale per orientare tutto l’intervento: durante la pulitura delle superfici sono emersi i colori originari e le fattezze delle colonne che non sono state ricostruite; molto problematico, invece, è risultato l’ultimo ordine, a causa del forte deterioramento che aveva mutilato le cariatidi e il frontone. Un momento molto significativo è stata la condivisione con la restauratrice Francesca Ghirardi e le sue collaboratrici degli esiti delle stratigrafie che mi hanno permesso di proporre loro dei bozzetti per scegliere le tinte che si avvicinassero quanto più possibile a quelle originarie. Anche i finti marmi non sono stati riproposti mimeticamente : l’alta professionalità delle restauratrici ha permesso di “suggerire” l’effetto marmorizzato attraverso movimenti circolari di pennello , a “nuvola” , per sfumare le tinte producendo un effetto chiaroscurale anziché procedere disegnando le venature del marmo. La scelta è stata condivisa anche con i funzionari di Soprintendenza nel frattempo avvicendatisi alla supervisione dell’intervento: dapprima l’arch. Carlotta Bottaro con cui abbiamo condiviso i bozzetti e i primi esiti delle coloriture durante i sopralluoghi da lei effettuati e, quindi, con l’arch. Andrea Canziani che ha visionato e approvato in loco la prosecuzione dei lavori”.  Grande soddisfazione anche da parte dell’architetto Mauro Conio che, forte delle sue origini in Valle Argentina, ha provato particolare gioia nell’affrontare anche questo restauro per il cui buon esito ringrazia tutta la sua equipe, con la quale ha condiviso negli ultimi dieci anni alcuni tra i più importanti restauri realizzati in Diocesi: il restauro delle facciate, coperture e campanile della Basilica Concattedrale di San Siro, l’intervento sugli esterni del Santuario della Madonna della Costa e , attualmente in corso, il consolidamento statico delle volte e restauro di coperture e facciate del Santuario di Nostra Signora della Guardia in Poggio, Sanremo.

Dott. Valentina S. Zunino

Direttore Ufficio Beni Culturali – Diocesi di Ventimiglia – San Remo

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