Una direzione sinfonica!
È proprio il caso di dire che l’esperienza che ho maturato nella progettazione e nella
direzione dei lavori per la realizzazione della cantoria e dell’organo a canne presso la
Basilica di San Siro in Sanremo è da ascrivere a quella di un direttore d’orchestra.
Il mio progetto ha richiesto la concertazione di diverse figure professionali (archeologo, geologo,
ingegnere strutturista, organaro, falegname, maestro decoratore, impresa edile, palificatore,
maestro carpentiere, impresa elettrica e vari fornitori). Di conseguenza, posso affermare che
è stato come dirigere un concerto sinfonico, la cui bellezza è da attribuire a Colui che ha
donato precise capacità a tutti coloro che hanno partecipato alla realizzazione.
La Basilica di San Siro, Concattedrale della Diocesi di Ventimiglia – San Remo, è
l’edificio di maggior rilevanza storica, architettonica, religiosa e culturale della città di
Sanremo. Probabilmente, di origine Tardoromanica (XII sec.), ha subito ampliamenti e
modifiche nel corso dei secoli, durante i quali è stata alterata con la giustapposizione di
superfetazioni barocche, successivamente rimosse. Lo spazio interno è il risultato di un
intervento di recupero delle forme originarie (attuatosi tra il 1901 ed il 1948).
Considerata l’importanza storica e la sua precisa riconoscibilità all’interno del tessuto
urbano, spesso diviene luogo di cerimonie solenni, sia a livello cittadino sia diocesano. Le
esigenze liturgiche del sacro luogo hanno richiesto la presenza di un organo a canne. Questa
nobile istanza è maturata grazie alla sensibilità liturgica espressa dal Vescovo, S.E.R. Mons.
Antonio Suetta.
Il progetto ha interessato la realizzazione di una cantoria sulla quale è stato installato
un organo con 2653 canne. Per ovvie ragioni dimensionali, la sua composizione volumetrica
ha vincolato la progettazione della cassa e della cantoria, ponendosi in relazione al carattere
stilistico della chiesa stessa. Inoltre, per garantire una resa acustica ottimale, per non
costituire un ingombro lungo le navate laterali – atte allo svolgimento processionale – e
soprattutto per non modificare la percezione degli spazi, in fase progettuale si è prevista la
collocazione della nuova cantoria sopra l’ingresso della chiesa, in aderenza alla
controfacciata.
L’introduzione di questo nuovo volume architettonico ha richiesto una particolare
attenzione nel rispetto del luogo, il quale è caratterizzato da sobrietà formale. Pertanto, la
reiterazione di arcate ogivali ha suggerito l’utilizzo di questa forma perché sia sempre più
caratterizzato il valore del segno teologico della “mandorla mistica” e in questo caso della
funzione propria che assurge la musica a servizio della Sacra Liturgia. Del resto, il progetto
nella sua organicità tenta di coniugare istanze liturgiche, funzionali, storiche, artistiche e
statiche. Lungo i fronti della cantoria sono state applicate quattro listarelle parallele volte ad
alleggerire lo “spessore visivo” della soletta della cantoria e a caratterizzarla identificando
così un tetragramma: ausilio per la composizione liturgica dei testi gregoriani a servizio del
Culto Divino. I volumi sono frutto di semplicità compositiva e di simmetria, affinché
possano integrarsi con l’edificio storico e al suo linguaggio sobrio.
Nell’insieme la collocazione di questo organo monumentale, così definito per le dimensioni globali
d’intervento, risulta essere organico rispetto al luogo. Bene! Il gravoso impegno è stato
ripagato dalla soddisfazione di molti e da alcuni commenti: “sembra che sia stato sempre
lì”.
Comunque, l’importante è che possa servire per la Divina Liturgia e allietare la
comunità.
Arch. Michele Palazzotto