Ventimiglia è città di frontiera, Como è città di frontiera. Per entrambe il confine rappresenta un’ opportunità ma richiede anche di affrontare lo stesso fenomeno: la migrazione di persone provenienti da tanti paesi del “sud del mondo”.
E’ alla luce di questa situazione che fra le due Diocesi si sono avviate una relazione ed uno scambio di esperienze che possono essere utili per l’impegno quotidiano di volontari ed operatori.
E’ con questo spirito che sabato 14 dicembre abbiamo ospitato una delegazione della Diocesi di Como guidata da don Giusto Della Valle, Direttore della Migrantes. E’ la terza volta, in questi quattro anni e mezzo di “emergenza”, che gli amici lariani vengono a trovarci, ed ogni volta hanno trovato una situazione diversa: in occasione della prima visita era ancora attiva l’accoglienza presso la Chiesa di Sant’Antonio, ora invece il Campo del Parco Roya è l’unico luogo di accoglienza.
Sedici persone hanno trascorso la giornata a Ventimiglia seguendo il programma organizzato da Suor Lina, missionaria Scalabriniana che, insieme a due consorelle, ha concluso venerdì scorso tre mesi di “missione” in Diocesi ed è tornata a Como, luogo del suo servizio ordinario.
Il primo appuntamento è stato con il Sindaco Gaetano Scullino che gentilmente ha ospitato il gruppo nella sala consiliare ed ha illustrato le peculiarità della vita di confine della città di Ventimiglia, caratterizzata da un’economia basata soprattutto sul commercio e sull’artigianato. In questi settori vi è una forte collaborazione con i vicini Francesi che apprezzano il lavoro dei Ventimigliesi. Il Sindaco ha invece criticato la “chiusura” della frontiera al passaggio dei migranti considerando che è fra due paesi dell’Unione Europea, contrariamente alla situazione di Como dove le stesse politiche sono adottate dalla Svizzera che però non appartiene all’UE.
La giornata è proseguita con il pranzo presso Caritas Intemelia al quale erano presenti anche don Ferruccio Bortolotto e don Rito Alvarez. E’ stata un’occasione di ulteriore confronto sulla situazione di questi mesi, caratterizzata da un continuo passaggio di persone, provenienti soprattutto dalla “rotta balcanica”.
Nel pomeriggio la visita al Campo del Parco Roya dove la responsabile, Marsha Cuccuvé, sempre molto disponibile, ha spiegato le caratteristiche del funzionamento della struttura di accoglienza.
La giornata si è conclusa in Francia, al cimitero di Trabuquet di Mentone, dove sono sepolti 1.137 combattenti africani della “grande guerra”.
Maurizio Marmo