Articolo di don Antonio Garibaldi, parroco di Taggia, per riscoprire il significato della festa.
Ogni anno per Taggia la giornata dell’11 marzo assume un significato particolare che difficilmente si potrebbe descrivere a chi non ne ha vissuto il clima ed in modo particolare a chi, non avendo uno sguardo di fede, non saprebbe cogliere nelle manifestazioni della pietà popolare dei fedeli il gesto di un legame profondo e vero.
Per un taggiasco la Madonna Miracolosa è davvero una Madre alla quale ricorrere in ogni circostanza della vita, proprio perché l’intuito profondo di ogni uomo riesce, in modo misterioso, a sentire (in virtù del dono della sapienza) la forza ed il valore di una presenza attenta.
Maria ci guarda. Maria ci accompagna. Maria ci è vicina.
Lo sguardo di Maria accompagna da sempre la vita dei cristiani. A Lei il Signore ha affidato i suoi figli. Così a Taggia, da più di un secolo, si celebra il ricordo di un evento speciale che – come un dono inaspettato – ha toccato, ed ancora colpisce, il cuore di tante persone.
Entrando nel grande edificio ad una navata, frutto della generosità del Cardinale Gastaldi che sostenne la costruzione della Chiesa attuale (la prima costruzione era in stile romanico, forse del XII secolo) si resta colpiti dalla ricchezza dell’arredo e della grandezza delle dimensioni. Fu inaugurata nel 1689.
Ma se il visitatore cerca di cogliere la bellezza delle opere d’arte che fanno del Santuario un luogo di grande attrazione, il fedele – guidato da un istinto diverso – punta dritto verso la cappella della Madonna Miracolosa e lì si ferma, in preghiera.
Tutto inizia a metà del 1800…
Nel 1851 un artista originario di Taggia, lo scultore Salvatore Revelli dona alla sua chiesa una statua in gesso della Madonna, raffigurata nell’atto di tenere nella mano destra un cuore: era perciò detta la Statua del Sacro Cuore o del Cuore Immacolato di Maria.
Pochi anni dopo – ricordiamo che nel 1854 venne proclamato il dogma dell’Immacolata Concezione – proprio per dare risalto a questo evento, il vescovo della Diocesi di Ventimiglia, mons. Lorenzo Biale, organizza un Ottavario di preghiera in tutta la Diocesi.
A Taggia, al termine di questo periodo di preghiera, si verifica, nella giornata dell’11 di marzo del 1855, il primo evento prodigioso che si ripeterà nei giorni successivi. Il parroco dell’epoca, don Stefano Semeria, avvisa il vescovo diocesano il quale, aperto un processo canonico durato fino a maggio, invia gli atti al Pontefice, il Papa Pio IX.
Riconosciuto il miracolo si organizza per l’anno successivo la solenne incoronazione della statua di Salvatore Revelli che, vogliamo ricordare, oltre ad essere un valente artista era uomo di autentica fede.
Il primo di giugno del 1856 la Madonna viene incoronata in nome e per conto del Papa. Anche in questa occasione il miracolo del movimento degli occhi si ripete, così come avverrà altre volte negli anni successivi.
Ogni anno, nella prima domenica di giugno, il ricordo dell’Incoronazione viene festeggiato e reso solenne da una processione per le vie della città.
Quest’anno la Festa della Madonna Miracolosa è stata celebrata in forma privata per le disposizioni governative che impongono un giusto tempo di astensione da ogni evento, anche religioso, che possa nuocere alla salute dei cittadini. Per questo il vescovo diocesano, mons. Antonio Suetta, ha celebrato in forma privata la festa, nel rispetto doveroso del voto fatto dai fedeli di onorare la Madonna in questo giorno così speciale.
La Messa e la processione all’interno della Basilica chiusa, con la presenza discreta del sindaco di Taggia, arch. Mario Conio, in rappresentanza di tutta la popolazione è un segnale che, nel vuoto del Santuario ci deve aiutare a riflettere sulle cose veramente importanti per la nostra vita.
L’epidemia che stiamo affrontando rende più difficili i rapporti umani per l’isolamento che costringe a vivere, ma ci rende consapevoli che ci sono momenti nella storia e nella vita nei quali siamo chiamati a sentire la responsabilità del bene di tutti.
Quello che stiamo faticosamente sopportando non è solo per il nostro bene, è anche per il bene dell’altro perché, una volta conclusa questa difficile esperienza, possiamo comprendere che quando una comunità si raccoglie intorno a dei valori tutto è possibile.
Lo stesso avviene con la fede. Quando una comunità si riconosce e si raduna, nel nome di Cristo, ai piedi di un santo o, ancor di più, sotto lo sguardo della Madre di Dio, allora ogni preghiera, ogni speranza vola con quelle ali che sollevano fino al cielo.
Giunga a Dio, attraverso le mani di Maria, la supplica di tutta la nostra Diocesi di Ventimiglia – San Remo, perché la fatica di questo tempo renda più pura la nostra fede, rafforzi la speranza e ci renda capaci di gesti di carità verso i più piccoli.
Affidiamo a Lei gli ammalati, gli operatori della sanità, le forze dell’ordine e tutti coloro che, in ogni modo, sono impegnati a garantire la civile convivenza.
Madonna Miracolosa di Taggia prega per noi!
Antonio Garibaldi